Dall’assemblea all’applicazione, la democrazia ai tempi di Matteo Renzi

Ogni tanto, ci permettiamo di rendervi edotti a proposito del futuro Sindaco d’Italia.

Nel 2010, Matteo Renzi lanciò i “Cento Luoghi”: in ben cento diversi posti della città, e nello stesso giorno, i cittadini di Firenze poterono incontrare gli amministratori. La prima volta, parteciparono qualcosa come diecimila persone.

Il sindaco spiegò così l’iniziativa:

”Siamo di fronte a un bell’esempio di partecipazione e di confronto con i cittadini. Il modo migliore per essere credibili e’ fare le cose: non solo promettiamo di cambiare la citta’ ma proviamo a farlo. Questa e’ la risposta migliore all’antipolitica e diamo un segnale di diversita’ rispetto ai politici che chiacchierano e basta. Firenze sta cambiando guardando al futuro e non solo al passato”.

L’anno scorso, ai Cento Luoghi in Oltrarno partecipò un gran numero di persone.

Intervennero a decine, per dire – a volte in maniera un po’ rumorosa, comunque con solide argomentazioni – per dire, no alla grande buca che la Firenze Parcheggi voleva scavare in Piazza del Carmine. Fatto sta che i tecnici mandati dal Comune dissero di sentirsi aggrediti dai cittadini. Come se una potenziale invasione del rione con ruspe e poliziotti non sarebbe stata percepita come un’aggressione, da parte dei cittadini…

Senza rendersene conto, i cittadini avevano violato la precisa raccomandazione che Renzi stesso aveva dato, quando lanciò i Cento Luoghi:

“Chiunque potrà esprimere suggerimenti e perplessità, ma compito dell’amministrazione non sarà assecondare le critiche, bensì motivare eventuali scelte diverse”.

Insomma, nei Cento Luoghi non dovevano essere i cittadini a chiedere all’amministrazione di cambiare, ma l’amministrazione a convincere i cittadini delle proprie scelte.

A settembre, si dovrebbero svolgere di nuovo i Cento Luoghi. Ma noi abbiamo un sindaco all’altezza della sfida.

L’altro giorno una nostra amica legge su una locandina della Nazione, davanti a un’edicola:

I CENTO LUOGHI
LA DATA DELLE ASSEMBLEE PER FARE IL PUNTO SUI LAVORI COINCIDE CON I MONDIALI DI CICLISMO.
RENZI: “USEREMO IL WEB”

E infatti, qualche minuto dopo, la nostra amica vede questo manifesto, che invita i cittadini a “scaricare la nuova applicazione”  che permetterà ai fiorentini di cavarsela senza  perdere i mondiali di ciclismo:

Siccome in Oltrarno di persone di persone che sappiano cosa sia una “app” ne conosco ben poche, spiego il concetto.

E’ come chiamare una segreteria telefonica e lasciare un messaggio.

Se poi il Comune troverà i soldi o no per pagare una cooperativa di sfigati a leggere i messaggi dei cittadini, comunque la Partecipazione è salva.

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15 risposte a Dall’assemblea all’applicazione, la democrazia ai tempi di Matteo Renzi

  1. Miguel
    da quanto stai scrivendo in così poco tempo immagino avessi prurito alle dita, prive di una tastiera sui cui sfogarsi.

    Giusto una domanda: lo slogan “Cento Luoghi” potrebbe volontariamente richiamare “I Cento Passi”?
    Sarebbe un colpo da maestro.

  2. Miguel Martinez scrive:

    Per Riccardo Giuliani

    ” lo slogan “Cento Luoghi” potrebbe volontariamente richiamare “I Cento Passi”?”

    No, richiama “Cento Clic e un Tweet sull’App”.

    Che la maggior parte della gente che conosco io in Oltrarno non sa nemmeno bene cosa sia la posta elettronica.

  3. Z. scrive:

    C’era chi sosteneva che non ci permetterebbero di votare, se servisse a qualcosa.

    Renzi deve aver pensato che quelle assemblee potevano servire a qualcosa, così ha deciso di abrogarle 😀

  4. No, richiama “Cento Clic e un Tweet sull’App”.
    Di cui mi dovresti gentilmente dire l’origine.

  5. PinoMamet scrive:

    Cose che non c’entrano: cronache dal mio (non) capoluogo.

    Il sindaco grillino ha annunciato che ha destinato un’area periferica alla costruzione di una moschea; una moschea vera, dice, con tanto di minareto.
    Risolvendo così il problema dei musulmani che non sanno dove pregare, già spostati dal centro a un capannone della periferia (e anche lì, un tale rompicoglioni “ma io non sono razzista” continua a trovargli delle grane da anni).

    Interviste agli abitanti del quartiere “degradato” in cui dovrebbe sorgere la moschea: le reazioni vanno da “per me, è uguale”, a “speriamo che non intasino le strade”, “invece dicostruire la moschea dovrebbero prima mandare via gli spacciatori e le troie”, fino a “magari portano un po’ di vita e di lavoro per i negozi”.

    Articolo del solito ineffabile Pino Agnetti: “a me le moschee piacciono, eh? ci sono anche stato dentro un paio di volte, niente da dire, le moschee vanno bene, però guarda caso quella di Parma no, poi insomma, addirittura il minareto, no dai, così non si risolve il problema dei musulmani che non sanno dove pregare [ma dove li ha visti?], non è mica una soluzione questa!”
    Ovviamente, se davvero i musulmani di Parma prroprio non sapessero dove pregare, la costruzione di una moschea sarebbe esattamente la soluzione al problema, ma non si può pretendere troppo dalla logica di Pino Agnetti…

    Pronta reazione dei due leghisti: “Nel quartiere c’è IL DEGRADO! basta degrado!! non bastava IL DEGRADO, adesso anche i musulmani!! Poi perché a loro gli costruisce la moschea, e alle altre religioni non costruisce nienteeee! [davvero: questo è il suo argomento, non me lo sto inventando io!] e poi è una bella area verdeeee [ma non c’era il degrado, due righe prima?] e adesso verrà cementificata per darla ai musulmaniiiii!”

    Mo’ sono proprio curioso di vedere se la costruisce davvero!

    • PinoMamet scrive:

      Tra parentesi: i musulmani di Parma sanno dove pregare, il problema sono i rompicoglioni che, dove vanno vanno, minareto o capannone, centro o lago Scaffaiolo, hanno sempre da ridire…

    • Moi scrive:

      @ PINO

      Ma la moschea di Parma sarebbe su iniziativa privata o comunale ? Ti ricordo che c’è il precedente di San Petronio come Chiesa Comunale a Bologna.

      Su quella che a Bologna avrebbe dovuto essere la moschea più grande e meglio “attrezzata” d’ Europa non c’è mai stata sufficiente chiarezza !

      Stando quel che ne sarebbe trapelato dalle indiscrezioni, tutto sarebbe stato all’ insegna del considerare “Cultura Altra” quel che invece sarebbe considerato “Nefandezza Bigotta” nella “Cultura Questa”, specie per la “Piscina Islamica”che avrebbero dovuto farci :

      Robe del tipo vietare l’ ingresso agli omosessuali e tenere pure 2 vasche (oltre che 2 spogliatoi, come dappertutto, eh !) rigorosamente separate per uomini e donne. La benemerita ditta CressiSub (quella che per prima brevettò negli Anni Settanta la maschera “Pinocchio”, la prima col naso in gomma !) aveva già messo le mani avanti nell’ Islam Business con le mute da sub “light” apposite per nuotatrici musulmane … di fatto le musulmane ‘ste mute light già esistenti possono già mettersele in una piscina normale. Sono gli stessi costumi da bagno che alle Olimpiadi sono stati contestati perché riducono troppo l’ attrito con l’acqua , che a livello agonistico conta !

      Di fatto, contrariamente a quel che _ a quanto si dice_ avviene nei Paesi Islamici, le donne musulmane da Noi NON possono andare in acqua con il vestito in stoffa; anche perché se si impregna d’acqua e rischiano di annegare il Bagnino ha il dovere di salvarle in quanto Esseri Umani (con una sola “M” !)… ma poi chi salva il Bagnino ; -) dal Fatwone di aver toccato da maschio (!) una Musulmana che neppure era sua moglie ? Se poi, per giunta, il Bagnino è Kafir / Secolarizzato …

      Insomma, alla fine con ‘sta storia della Piscina Islamica è saltato tutto.

    • PinoMamet scrive:

      ” La benemerita ditta CressiSub (quella che per prima brevettò negli Anni Settanta la maschera “Pinocchio”, la prima col naso in gomma !) aveva già messo le mani avanti nell’ Islam Business con le mute da sub “light” apposite per nuotatrici musulmane [… ] Sono gli stessi costumi da bagno che alle Olimpiadi sono stati contestati perché riducono troppo l’ attrito con l’acqua…”

      Insomma, quelli della ditta CressiSub sono dei furbacchioni 😉 e hanno trovato un nuovo pubblico per un prodotto che altrimenti gli sarebbe rimasto invenduto.
      Beh, che dire… bravi, non c’è niente di male nell’aver fiutato un affare.

      Invece, penso che non ci sia alcun problema “islamico” se un bagnino maschio salva una bagnante femmina; salvare la vita penso che sia al di sopra di ogni altra considerazione.

      Sulla polemica sulla piscina “islamica” bolognese, mi sembrano robe montate ad arte; non è mica detto che tutto debba essere sempre e per forza per i due sessi, insieme e negli stessi momenti!
      Il bello (è questa è proprio materia “da Moi”) è che se la stessa soluzione fosse stata avanzata per una piscina femminista, o LGBTT, a Bologna specialmente nessuno avrebbe avuto niente da ridire… 😉

      Sulla proposta moschea di Parma: non credo saranno utilizzati fondi pubblici (il Comune è in rossissimo e sta tagliando su tutto), mi risulta che il Comune si sia limitato a concedere l’area ai costruttori (il solito Pino Agnetti nominava “fondi provenienti da paesi lontani”, come se fosse una brutta cosa… però qiuando si tratta di cementificare la Sardegna vanno bene? non olent? 😉 )

      ciao! 🙂

      • Moi scrive:

        SE è un posto privato a inviti e costruito con soldi privati possono pure fare che si entra solo in cosplay da sirene e pirati 😉 🙂 … il problema è se lo fai in un posto pubblico.

        E anche a buttarla sul “dress code” come in certe discoteche molto fighette o molto alternative (nell’ elitarismo si equivalgono) diventa un problema se non altro per ragioni di possibilità di scelta. E poi credo che comunque per lo sport ci sia un discorso giuridico molto diverso dall’ intrattenimento.

  6. furio detti scrive:

    Modello di “merdocrazia”. Lo so sarebbe etimologicamente più corretto parlare di “coprocrazia”, ma chi volete che conosca il greco o le parole derivate in questo paese di stronzi?

    La merdocrazia che da almeno 100 anni funziona a pieno regime nelle sedicenti democrazie liberali occidentali: sei libero di aprir bocca e essere ignorato o criminalizzato se le tue scelte non corrispondono ai desiderata delle banche e della grande finanza. Una lurida messinscena persino peggiore dello stato dittatoriale in cui è la forza bruta a stabilire la legge. Qui l’unico vantaggio è che si tratta di un sopruso anestetizzato. Non occorre legnarti (salvo casi specifici), basta ignorarti, ridicolizzarti ridurti al silenzio impotente in cui puoi scegliere, come diceva uno splendido adesivo punk, liberamente tra “Un ribellismo impotente” e “Una scervellata accondiscendenza”. Merdocrazia. La versione più hard si trova in Egitto: se scegli Morsi hai scelto male e i militari aggiustano l’errore. Per dirne una…. qui da noi non c’è neppure l’ombra di un’alternativa.

  7. furio detti scrive:

    “Cento click e un tweet sull’app, e un caz in cul” direi!

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